Recensioni film in sala

marilyn film locandina-anteprima-600x840-652802My Week with Marilyn: ecco il titolo originale del film del regista Simon Curtis (al suo primo lungometraggio), presentato fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2011. “Una settimana con Marilyn”: emblematico, il sogno di ogni uomo.

Basata sui diari The Prince, The Showgirl and Me e My Week with Marilyn scritti da Colin Clark, la pellicola è incentrata sui giorni passati dall’uomo insieme alla diva Monroe nell’estate del 1956, durante la lavorazione de Il principe e la ballerina, sul cui set Clark lavorava come assistente. Il tentativo di fornire allo spettatore un ritratto intimo e inedito della più grande diva di tutti i tempi si scontra con la difficoltà a superare i clichés: le nevrosi, le manie, le insicurezze della Monroe sono, fondamentalmente, le stesse che ci sono state da sempre tramandate da parte di biografi e giornalisti vari.

 

 

 

attack-block-posterIl nome di Joe Cornish, regista di questo film, non sarà nuovo ai cinefili un po’ più accaniti. Stiamo parlando dello co-sceneggiatore del Tintin di Spielberg, ma anche di un noto radiofonico e scrittore televisivo. Il suo esordio cinematografico è un film divertente, citazionista e interessante sotto alcuni aspetti, ma che rischia di essere sopravvalutato. Presentato in concorso allo scorso festival di Torino, dove, forse, ha ricevuto un’accoglienza un po’ troppo positiva, il film mescola fantascienza a tematiche di carattere sociale care al regista (la pellicola è ambientata nella sua Londra dove il problema delle gang persiste in alcuni quartieri).

 

Cornish gira per divertire ma soprattutto per divertirsi, sia giocando con un cinema di serie B sia creando personaggi molto fumettosi e situazioni assurde ma che facilmente troveranno il consenso del pubblico. Appunto, il facile consenso del pubblico. Attack the Block è un film divertente, non c’è dubbio. Trama semplice, azione a giuste dosi, battute serrate (meriterebbe una visione  in lingua originale per l’uso dello slang giovanile), protagonisti buffi per i quali simpatizzare ed antagonisti piuttosto “cattivi”. In tutto questo però bisogna procedere cauti a considerare tale pellicola, come in molti hanno fatto (e tra questi mi inserisco anche io dopo la prima visione) un piccolo cult citazionista.

 

 

 

 

locandina-lorax-okC’era una volta uno scrittore che si recò in Africa per superare un brutto blocco creativo e ritrovò l’ispirazione perduta dopo aver visto gli elefanti ciondolare stanchi verso l’orizzonte del Serengeti. La natura incontaminata che lo circondava diede così vita a una favola per bambini sull’importanza dell’equilibrio tra natura e progresso. Theodor SeussGeisel, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dr. Seuss, scrisse dopo questo viaggio Il Lorax e, a quarant’anni dalla sua pubblicazione, esce nelle sale il film d’animazione Lorax – Il guardiano della foresta, diretto da Chris Renaud e prodotto dalla Universal Pictures.

 

Ted è un ragazzino che vive a Thneedville, una ridente cittadina che a causa di un tracollo ambientale utilizza aria purificata e alberi finti. Per conquistare la vicina Audrey, il giovane cercherà di esaudire il suo desiderio di toccare per la prima volta un albero vero. L’ultimo seme appartiene a un certo Onceler (che in Italia ha la voce di Marco Mengoni), strano figuro che vive al di fuori della città. L’incontro tra i due sarà l’occasione per ricordare le gesta di Lorax (Danny DeVito ha voluto doppiare il personaggio anche in italiano), piccolo animaletto spuntato da un albero di Truffula per salvare il pianeta da un destino già scritto.

 

 

 

locandina-cosmopolisNessuno morirà. Non è questo il credo della nuova cultura? Verranno tutti assorbiti dentro flussi di informazioni. Non ne so nulla. I computer moriranno. Stanno morendo nella loro forma attuale. Sono quasi morti come unità distinte. Una scatola, un monitor, una tastiera. Si stanno fondendo nel tessuto della vita quotidiana.

Don DeLillo, Cosmopolis

 

 

 

tutti-nostri-desideriBagliori di umanità ai tempi della crisi economica. Dopo il toccante Welcome del 2009, il regista francese Philippe Lioret ripropone al centro della scena un gruppo di persone, i cui destini verranno uniti tragicamente.

Principale protagonista di Tutti i nostri desideri è Claire, un giudice, giovane madre e moglie, che scopre di avere una malattia incurabile ma decide di non metterne a conoscenza il marito Christophe. L'obiettivo dei suoi ultimi mesi di vita, grazie all'aiuto del collega Stéphane, sarà quello di sostenere la causa di Celine, altra giovane madre le cui figlie sono compagne di scuola dei bambini di Claire, assillata e raggirata dagli istituti di credito con i quali si è indebitata per cercare di mantenere la sua famiglia.

Mentre il processo andrà avanti, Claire cercherà di programmare quello che sarà il futuro dei suoi cari: una vita senza di lei, nella quale la presenza di Celine potrà risultare fondamentale.

 

 

 

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