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- Scritto da Andrea Pesoli
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 08 Novembre 2012
Finzione e inganno in molti dizionari sono sinonimi: semanticamente, l’uno è un termine femminile perfetto per l’industria cinematografica, l’altro è invece il sostantivo maschile simbolo delle agenzie d’intelligence o spionaggio. L’analogia è trasferita perfettamente in Argo, film diretto, interpretato e prodotto da Ben Affleck, incentrato sulla strana collaborazione tra Hollywood e la CIA.
Basato su fatti realmente accaduti, il film racconta l’azione intrapresa dalla CIA per liberare sei cittadini statunitensi durante la crisi degli ostaggi in Iran. Il 4 novembre 1979 un gruppo di militanti iraniani fa incursione nell’ambasciata americana a Teheran rapendo cinquantadue persone. Nel caos però alcuni americani riescono a sfuggire e trovano rifugio nell’ambasciata canadese. Prima che i fuggitivi vengano scoperti, la CIA organizza una folle missione di salvataggio ideata dall’agente esperto in “esfiltrazioni” Tony Mendez (Affleck). Il piano prevede che i sei fingano di essere una troupe cinematografica canadese impegnata in un sopralluogo per le location di un fantomatico film di fantascienza Hollywoodiano.
Come in The Town (precedente fatica di Affleck dietro la macchina da presa), il cast è ricco di grandi caratteristi e future star tra cui gli intramontabili Alan Arkin (premio Oscar per Little Miss Sunshine), John Goodman, il camaleontico Scott McNairy (visto recentemente in Cogan – Killing them softly) e il sottovalutato Kyle Chandler (poliziotto in Super 8). Come in The Town il protagonista è lo stesso Affleck, troppo poco espressivo per reggere un ruolo di questa importanza.
Dalla “miglior cattiva idea che qualcuno abbia mai avuto” nasce una pellicola il cui pregio principale risiede nella linearità del racconto: una sceneggiatura ben congeniata è la base per una narrazione ben riuscita. Con la collaborazione di Chris Terrio, Affleck dà vita a un interessante mix tra commedia e dramma: la farsa si svolge in California e ha come protagonisti il produttore Lester Siegel (Arkin) e il truccatore John Chambers (Goodman), mentre la tragedia va in scena in Iran, dove il gruppo di rifugiati è costretto a nascondersi per sopravvivere.
Argo (che è tratto da The Master of disguise scritto proprio dall’ex agente Antonio Mendez) ha però il difetto di non contestualizzare a dovere l’avvenimento. Il film è un affresco eccessivamente scontato composto dai soliti statunitensi impauriti e solidali che si oppongono agli iraniani sanguinari e spietati. Anche se la pellicola si concentra su un episodio circoscritto temporalmente, il regista e gli sceneggiatori avevano il compito di non banalizzare patriotticamente una situazione intricata e ancora irrisolta.
Prima di Argo, cinema e politica non erano mai stati così vicini: “Tu vuoi venire a Hollywood, far finta che stai lavorando ad un progetto grandioso senza realizzarlo veramente, giusto? Allora hai scelto il posto giusto!”.
Voto: 2,5/4
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