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- Scritto da Francesca Sozzi
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 03 Aprile 2018
Dopo i successi realizzati con Weekend (2011) e 45 anni (2015), Andrew Haigh dirige un maestoso road movie di forte impatto emotivo/lirico, tratto dal romanzo La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin. Il film narra la storia del giovane Charley (Charlie Plummer), che da una vita disagiata e precaria a Portland con un papà scapestrato (Travis Fimmel), grazie all'incontro fortuito con Del (Steve Buscemi) e Bonnie (Chloe Sevigny), si ritrova proiettato nel mondo delle corse di cavalli. Dopo una serie di vicissitudini e l'improvvisa e sofferta perdita del padre, Charley intreccia un legame di profonda amicizia ed empatia con un vecchio quarter horse, Lean on Pete, oramai arrivato al capolinea e pronto per essere venduto/soppresso in Messico. Qui s'innesca il motore di tutta la narrazione: per salvare il cavallo e se stesso da un triste destino annunciato, il protagonista affronta un lungo viaggio tra gli sconfinati orizzonti rurali e le aree alienate dei sobborghi periferici del mid-west USA.
Per due ore (che volano!) si respira tutto il fascino della grande epopea del Far West americano in chiave contemporanea: il giovane eroe e il suo cavallo, che attraversano solitari la prateria e il deserto in magica e timorosa comunione con la natura, alla ricerca di un approdo sicuro ("casa nostra"). Il film tuttavia non volge verso la fiaba o al melodramma e, pur mantenendo intatta l'innocenza salvifica dell'eroe, non fa sconti sulla durezza delle prove che man mano si ritrova ad affrontare. Punto di forza dell'intera costruzione drammatica è sicuramente l'interpretazione del giovane Plummer, giustamente premiato all'ultima Mostra di Venezia come migliore attore esordiente. La cifra registica e l'abilità di Haigh, con la complicità di interpreti azzeccatissimi, è di rimandare con semplicità e senza giudizio a un mondo di emozioni represse e non dette, solo grazie alla potenza di uno sguardo, di una pausa, di un silenzio... In collaborazione con la meravigliosa fotografia di Magnus Jønck, il regista alterna il respiro dell'infinito, reso con panoramiche sulle sterminate praterie americane, a piani ravvicinati su micro-realtà quotidiane urbane degradate, soffuse di un morbido realismo. Efficace e struggente anche la colonna sonora di James Edward Barker, che accompagna Charley con delicatezza, nel suo epico percorso di crescita.
Voto: 2,5/4
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