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- Scritto da Erica Francesca Bruni
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 18 Febbraio 2017
Dopo il suo dramma sentimentale, Medicine For Melancholy, lo sceneggiatore e regista Barry Jenkins torna con un’altra opera cinematografica che racconta la vita di un ragazzo interrotto e il suo difficile percorso verso il raggiungimento della maturità. Moonlight è un adattamento della pièce teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney, che vede protagonista Chiron, un bambino fragile e insicuro alle prese con la sua identità sessuale e costantemente sottoposto agli atti di bullismo dei suoi coetanei.
Attraverso tre capitoli distinti, Jerkins, ci mostra la sua vita, svelandoci man mano come alcuni momenti centrali della nostra esistenza si fondano in un tutt’uno creando la nostra identità e stabilendo il nostro destino. Jerkins coinvolge e trascina tutti i personaggi di Moonlight in una storia universale esplorando delicatamente e contemporaneamente i diversi stati d’animo, proprio come Chiron esplora le sue emozioni nel corso della storia, cercando un modo di poter esprimerle. Ma nonostante i buoni presupposti e la robustezza dei personaggi presenti - come l’interpretazione del buon Mahershala Ali - Moonlight non convince; il film soffre di un andamento altalenante che toglie forza a tutto l’insieme dell’opera e, a parte qualche sequenza ricca di suggestioni a cui si aggiungono anche il grande intervento della fotografia di James Laxton e il compositore Nicholas Britell, il film delude lasciando in sospeso tutti i temi affrontati e cadendo in un finale scontato debole e artificioso.
Voto: 2/4
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