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- Scritto da Redazione
- Categoria: Mostra di Venezia 2012
- Pubblicato: 08 Settembre 2012
Anche l'edizione numero 69 della Mostra del Cinema volge al termine. Sono stati giorni intensi, popolati di visioni più o meno edificanti per la redazione de I-FILMSonline in trasferta al Lido: dall'apertura trash con Bait (Shark 3D) fino alla chiusura in sordina tra la Comencini di Un giorno speciale e il De Palma di Passion.
Alla fine della kermesse, dopo tanti giorni trascorsi nel buio delle sale e tante notti passate a discutere di cinema, ci siamo trovati unanimemente d'accordo nel decretare il film che per noi merita di vincere il sessantanovesimo Leone d'Oro.
In attesa di scoprire tra poche ore il verdetto della giuria ufficiale, la redazione de I-FILMSonline assegna il suo personale Leone d'Oro a Pieta di Kim ki-duk.
Di seguito, le motivazioni della nostra scelta, con l'augurio di ritrovarci e ritrovarvi per i settant'anni del Festival di Venezia.
Film spietato, malato, quasi insostenibile ma necessario per capire la deriva della società capitalistica contemporanea. Kim Ki-duk spiazza, annichilisce e incanta.
Sara Barbieri
Cinema umanissimo che affonda nel terreno delle emozioni primordiali
Nicolò Barretta
Crudeltà, vita, vendetta e perdono intrecciate in una poesia di un maestro rinato.
Lorenzo Bianchi
Kim Ki-duk conquista il Lido con un'opera sublime, carica della sua impressionante potenza espressiva e del suo travolgente spirito visionario.
Erica Bruni
Da quel luogo, innevato e surreale, dove l’abbiamo visto, in Arirang, piangere, mangiare, soffrire, Kim Ki-duk sembra essere sceso soltanto oggi. È tornato e il suo talento è rimasto lo stesso. Senza paura. Senza compromessi. Senza pietà
Andrea Chimento
Kim Ki-duk, con una messinscena praticamente perfetta, tesse una storia di amore e morte complessa e sfaccettata che non concede nulla allo spettatore. Spiazza, disturba e commuove. Una meraviglia
Davide Dubinelli
La ferita più profonda di questa Mostra la lascia Kim Ki-Duk. Visione radicale, non conciliata, solenne. Di devastante intensità.
Stefano Lorusso
Kyrie Eleison. Per noi stessi. Per gli altri. Per una società ammalata. Kim Ki-duk chiede Pietà. E anche se rimarrà inascoltato, il suo è un grido devastante.
Camilla Maccaferri
Anche in un mondo alla deriva, malato di violenza e avidità, fino a dove può arrivare l'amore di una madre? Kim Ki-duk ce lo mostra in un film cupo e disturbante. Ma straordinario.
Valeria Morini
Il film è un’inimitabile riflessione sulla sofferenza e sulla vendetta che soffoca, stravolge e incanta. Un potentissimo poema filmico di un Maestro finalmente ritrovato.
Andrea Pesoli
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