Biopic drammatico sugli anni giovanili della scrittrice Astrid Lindgren, diretto dalla regista danese Pernille Fischer Christensen e co-sceneggiato dalla stessa insieme a Kim Fupz Aakeson, Becoming Astrid sbarca in anteprima italiana come film d'apertura di Sguardi Altrove Film Festival, dopo essere stato presentato alla Berlinale Special 2018.
Il film è ambientato in Svezia negli anni ’20 e racconta la storia di emancipazione, tutta al femminile, della giovane autrice di Pippi Calzelunghe, importante protagonista nel panorama della letteratura per bambini del Novecento. La giovane Astrid (Alba August), anticonformista e insofferente alle convenzioni della piccola comunità religiosa in cui è cresciuta, crea il suo sofferto e originale percorso di crescita, come scrittrice e madre single.
Film coinvolgente e ben confezionato e, supportato da una sceneggiatura solida e convincente, mantiene un buon ritmo per l’intera durata. Notevole l’interpretazione della giovane Alba August/Astrid, che convince in tutte le tappe del suo doloroso percorso di crescita, per arrivare a essere quella scrittrice poi così amata dai bambini, in virtù del fatto che lei stessa da giovane, lasciata sola, aveva dovuto imparare ad affrontare con originalità e coraggio le proprie paure. Il film affronta tematiche ancora oggi attualissime per una giovane donna: come imparare a coniugare la propria affettività viscerale e la propria creatività, utilizzandole come spinte propulsive verso l’indipendenza e l’autonomia.
La regista, sullo spunto della storia della celebre scrittrice, offre un’occasione di riflessione anche sul diverso trattamento nell’educazione dell’identità di genere: significativa la scelta del taglio di capelli a caschetto (bubikopf), il look della “nuova donna” emancipata degli anni ‘20, che delinea la rottura di Astrid con il conformismo e le regole bigotte e discriminanti della famiglia e della piccola comunità d’origine.
Voto: 2,5/4