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- Scritto da Valeria Morini
- Categoria: Serie tv
- Pubblicato: 21 Giugno 2020
Su Sky
Ogni generazione ha il suo teen drama di culto. Poi ci sono quelle serie tv che raccontano l'adolescenza con i suoi disagi, i primi amori e i drammi con una poesia e una profondità che vanno oltre mode e tendenze, tanto da colpire e coinvolgere lo spettatore a prescindere dall'età. È il caso di Cercando Alaska, piccola grande sorpresa di questa stagione di Sky Atlantic, produzione Hulu tratta dal romanzo di John Green che originariamente doveva essere adattato in un film (un progetto tenuto in stallo per anni, poi abortito e trasformato in miniserie). Nel cast, i giovani Charlie Plummer, che già aveva colpito come protagonista dell'intenso Charley Thompson, e Kristine Froseth, vista ne La verità sul caso Harry Quebert.
Coming of age di spirito indie con echi da Sundance Festival, la serie in otto episodi racconta il microcosmo della Culver Creek Academy, campus liceale dell'Alabama dove arriva Miles, adolescente timido e impacciato che ha lasciato la Florida e la casa dei genitori per vivere nuove esperienze e cercare il suo "grande forse". Lì nasce una profonda amicizia con un gruppo di outsider che rivaleggiano con i ragazzi più ricchi e popolari (i "settimana breve"): sono Chip, detto il Colonnello, Takumi e Alaska, una ragazza impetuosa e con un passato doloroso di cui Miles si innamora immediatamente.
Ideatore e sceneggiatore della miniserie è Josh Schwartz, autore cardine del genere teen drama noto per aver creato due cult come The O.C. e Gossip Girl, che qui compie il salto della maturità verso un prodotto più ambizioso e strizza l'occhio ai suoi fan: non è un caso che in una sequenza di Cercando Alaska i protagonisti stiano guardando proprio The O.C. (si sente l'inconfondibile sigla dei Phantom Planet) o che una scena di ballo scorra sulle note di Fix You dei Coldplay, brano lanciato in quella serie. Qui siamo però lontani anni luce da spiagge californiane, ambienti di lusso e abiti griffati: l'immaginaria Culver Creek ci cala in un mondo teen che sembra magicamente atemporale, con echi visivi da Mark Twain e del tutto privo di social network e cellulari. Siamo del resto nel 2005-06: i primi non erano ancora diffusi, i secondi sono sorprendentemente assenti, i computer giocano un ruolo minore (seppure non irrisorio). Al posto della cultura digitale dominante nella nostra contemporaneità, le suggestioni che animano i protagonisti sono letterarie o esistenziali (dall'ossessione di Miles per le biografie e le ultime parole dei personaggi famosi all'amore di Alaska per i libri e in particolare per Il generale nel suo labirinto di Marquez), ma ciò non toglie realismo e credibilità a un racconto di formazione che scava con grande sensibilità nel travaglio affascinante e inquieto che è l'adolescenza, restituendo tutte le sfumature dell'amore, dell'amicizia e del disagio giovanile, raccontando il rapporto con gli adulti oltre i consueti stereotipi e addentrandosi anche in tematiche delicate come la depressione, il lutto, il razzismo e il classismo.
Se il romanzo sentimentale di Miles e Alaska (o meglio, il viaggio del ragazzo alla scoperta dei suoi sentimenti, della personalità sfuggente di lei e di se stesso) è di una delicatezza assoluta nonostante una certa dose di leziosità che però si ferma un passo sopra la retorica, gli spunti più originali e appassionanti risiedono nella caratterizzazione complessa del Colonnello - che da presunta spalla dei protagonisti si rivela il personaggio più riuscito - e nel racconto della rivalità quotidiana con i "settimana breve". Quest'ultima assume le dimensioni di una vera e propria "guerra" combattuta a colpi di giganteschi scherzi dove l'unica regola è non fare la "talpa" e i nostri eroi studiano complesse strategie degne di un commando, con tanto di linguaggio militaresco che soppianta un ben più scontato gergo giovanilistico. Per questo la prima metà degli episodi, felicissimo mix di inventiva e umorismo che aggiunge il clou nella sequenza del ballo delle debuttanti, risulta essere la parte più riuscita della serie, che perde qualche tocco di freschezza man mano che la narrazione scivola verso la tragedia. Senza preoccuparsi di allontanarsi dal mainstream, Cercando Alaska scrive una nuova pagina del teen drama con estrema grazia e un cast di giovani attori bravissimi, tutti da tenere d'occhio.
Voto: 3/4
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