Il Vile Villaggio Harris

L’ormai triste viaggio senza tregua dei fratelli Baudelaire questa volta li ha portati in un piccolo villaggio in mezzo al deserto, disperso nel nulla, un luogo dove esistono regole ferree e in cui sono banditi libri e macchinari, ossia tutto ciò che potrebbe portare ad uno sviluppo culturale e ad un’emancipazione. Ma, come sostiene il deleterio Poe, “Ci vuole un villaggio per crescere dei bambini”, e quindi perché non affidare i tre fratelli agli abitanti di VF? Certo, se non fosse che il conte Olaf (Neil Patrick Harris) li stava seguendo da molto tempo e sa già dove si trovano.

Più personaggi – ultimi a entrare sono la complice ei Olaf, Esmé (Lucy Punch), e Jacques Snicket (Nathan Fillion), fratello del narratore – e una trama che sembra intricarsi maggiormente, acquisendo nuovi elementi e inizando a svelare qualche mistero sinora irrisolto. Ad esempio, VF (in originale VFD) è una sigla che i Baudelaire hanno sentito per la prima volta dai Pantano all’Atroce Accademia e che poi hanno ritrovato nelle vicendedell’Ascensore Ansiogeno: ma cosa significa? Chi ha letto i romanzi di Una Serie di Sfortunati Eventi lo sa, ma chi si appresta a seguire queste vicende per la prima volta scoprirà che c’è molto di più dietro alla morte dei coniugi Baudelaire. Il Vile Villaggio, che vede Barry Sonnenfeld tornare alla regia, per certi versi è un passo indietro rispetto ai due precedenti, anche se va lodato il tentativo di declinare la dark comedy al western, di cui sono evidenti le caratteristiche, a partire dall’ambientazione e dallo stile adottato, oltre al fatto che l’attenzione posta verso il mistero e la chiusura mentale del piccolo paesino sono gestiti in maniera equilibrata. Neil Patrick Harris ormai è una maschera più che apprezzabile nel ruolo del Conte Olaf: grottesco, farsesco, spudorato e macchiettistico nei panni del detective Dupin, questa volta accompagnato dalla sua complice Esmé, che per l’occasione veste i panni di Sarah Petunia Alexandra Maryellen, o anche agente Luciana. Lo schema narrativo comunque non cambia, e ora non resta che aspettare per vedere cosa accadrà nell’Ostile Ospedale.

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