Ascensore ansiogeno

La Prufrock school è ormai acqua passata, anche se resta il grande caso irrisolto dei fratelli Quagmire: dove sono? Dove li ha portati il Conte Olaf? Intanto, i tre orfani Baudelaire sono stati affidati a una coppia benestante, i coniugi Squalor, che vivono in una cittadina in cui tutto è superficialmente regolato da ciò che è “in” e da ciò che “out”, ma naturalmente il Conte Olaf è pronto con il prossimo travestimento.

Arriverà subito, molto prima rispetto agli altri episodi, e in modo addirittura più irriverente ed eccessivo, ma nessuno sembra riconoscerlo, a parte i tre giovani che, come sempre, non verranno ascoltati. Questo l’incipit di L'ascensore ansiogeno, coppia di episodi che copre gli eventi del 6° romanzo di Una serie di sfortunati eventi, con Barry Sonnenfeld che ritorna a vestire i panni del produttore e lascia la regia a Bo Welch, che porta con sé tutta la sua esperienza come direttore della scenografia per Tim Burton (Beetlejuice, Edward mani di forbice, Batman-Returns), di cui porta estetica e immaginario. Anzi, la sua coppia di episodi è forse la migliore vista fino ad ora, grazie all’equilibrio tra ilarità, azione, spy story e avventura, il tutto nell’atmosfera da dark comedy che contraddistingue la produzione. Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, l’incipit è quantomai incisivo, con Patrick Warburton – nei panni di Lemony Snicket – che, con tono monocorde, spiega la differenza tra ansioso e agitato, mentre in sottofondo scorrono immagini esemplificative in chiave comica. Il ritmo scorre rapido tra le sequenze, le trovate del conte Olaf sono volontariamente pacchiane ed esilaranti e il tutto non può che giovare a una produzione diretta ad un pubblico di ragazzi che non potranno che apprezzarla, pur con le sue sbavature e imperfezioni, pur avendo uno schema narrativo sempre uguale, ma con la capacità di muoversi agilmente al suo interno, cercando di dare sempre un intrattenimento di buon livello. Non sempre Una serie di sfortunati eventi è riuscita nell’intento. Questa volta, decisamente sì.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più vai alla sezione Privacy e sicurezza.