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- Scritto da Lorenzo Bianchi
- Categoria: Serie tv
- Pubblicato: 03 Febbraio 2017
Disponibile su Netflix
Terminata la visione di La Sinistra Segheria, adattamento del quarto libro della Serie di Sfortunati Eventi, si può asserire con decisione che i due episodi precedenti sono stati un incidente di percorso, con il final season che ritorna ai livelli ammirati al primo incontro, restituendo allo spettatore la sensazione di trovarsi al cospetto di una fiaba dark ben strutturata, senza disdegnare qualche virtuosismo tecnico: dopo essere fuggiti dal signor Poe, i giovani Baudelaire si trovano alla segheria Ciocco Fortunato, dove Signore (Don Johnson), il proprietario, li obbliga a lavorare per lui in condizioni di schiavitù. Non bastasse questo, quando Klaus rompe gli occhiali, si reca dall’optometrista Georgina Orwell (Catherine O’Hara), ma al suo ritorno non sarà più lo stesso.
Tutte le tessere del puzzle sono tornate al loro posto, nel mosaico che Netflix ha costruito per dare vita sul piccolo schermo ad una selle serie letterarie per ragazzi tra le più apprezzate delle ultime generazioni. Le divagazioni narrative che sembravano allontanarsi dal materiale di partenza hanno trovato una degna conclusione che dona loro senso all’interno dell’intreccio, che risulta più curato a livello di sceneggiatura di quanto non lo fossero i precedenti. L’utilizzo di un ottimo bianco e nero, oltre a qualche gioco fotografico e di montaggio, rendono La Sinistra Segheria l’adattamento tra i meglio riusciti dei quattro proposti, secondo solo a Un Infausto Inizio. Neil Patrick Harris sfoggia una prestazione equilibrata, sfuggendo al ridicolo pur rimanendo nel grottesco, regalando al pubblico una versione del Conte Olaf mai così vicina allo spirito dei romanzi. La stessa Catherine O’Hara è un nemico subdolo e molto più credibile rispetto ai personaggi presentati in precedenza.
È tempo di bilanci, dunque. Tra molti alti e qualche basso, Una Serie di Sfortunati Eventi si è quindi rivelata esperienza positiva, se vista nell’ottica di una produzione per ragazzi, che non potranno che restarne entusiasti, fosse solo per l’accuratezza con cui i romanzi sono riproprosti e per le interpretazioni dei protagonisti. Non tutti gli episodi sono all’altezza, in particolare La Funesta Finestra è risultato abbastanza sbrigativo e poco curato, finendo per annoiare. Nel complesso, comunque, si tratta di una produzione di discreta qualità, sia a livello visivo che di sceneggiatura, che lascia ben sperare per un’eventuale rinnovo per la trasposizione dei prossimi romanzi: si vocifera che tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2018 potrebbe già essere pronta. Non resta che aspettare.
Voto alla stagione: 2,5/4
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