The Post

«La stampa americana ha accolto bene il film, l’unica cosa è che il New York Times ha detto che avrebbe preferito il titolo “The New York Times”»: Tom Hanks si presenta con una battuta alla conferenza stampa successiva alla proiezione stampa di The Post, cui erano presenti anche Meryl Streep e, soprattutto, il regista, Steven Spielberg, che ha subito introdotto la tematica della libertà di stampa, legandola all’attualità: «Si tratta di garantire la democrazia e nel 1971 Nixon cercò di negare questo diritto e si rese necessario l’intervento della Corte Suprema per risolvere la situazione. Tra ’71 e ’17 purtroppo la situazione non sembra essere migliorata, visto che la stampa ancora adesso è spesso sotto accusa».

Alla domanda sull’impatto avuto dalla pellicola sulla stampa, Spielberg ha poi risposto: «Molto positivo, sia per il messaggio politico, sia per il ruolo ricoperto da Meryl Streep, che interpreta una donna molto coraggiosa capace di compiere scelte difficili in un ambiente che all’epoca era quasi totalmente maschile. La mia fortuna è stata quella di avere due attori come Tom e Meryl, capaci di rendere nella maniera migliore i loro personaggi».

È la prima volta, infatti, che il regista riesce a lavorare con entrambi, ed è stata questa occasione di un’altra battuta da parte di Hanks: «Quando abbiamo lavorato insieme, c’era sempre un momento in cui Steven Spielberg arrivava sul set dicendo quanto sarebbe stato bello se Meryl Streep ci fosse stata». Un fil rouge che ha unito gli attori è stata la collaborazione con Nora Ephron, ricordata con affetto come «una grande fonte di ispirazione». Meryl Streep, parlando del suo personaggio ha evidenziato come «appena terminata la sceneggiatura ci furono le elezioni presidenziali, e tutti eravamo convinti che avrebbe vinto una donna. Non solo non è stato così, ma la libertà di stampa e il rispetto per noi donne sono stati messi in forte discussione, per questo credo che il film possa e debba far riflettere su questo aspetto, su quanto ancora ci sia da migliorare». Infatti, prosegue, «Katherine è un’icona, una donna forte che ha sfidato la società, ha sfidato il presidente Nixon arrivando, negli anni, a vincere un premio Pulitzer. È un film che parla del coraggio, ma penso che il problema ora non sia l’assenza di coraggio nelle donne, ma la difficoltà nel tramandarlo alle nostre figlie».

Tom Hanks ha poi parlato del suo personaggio: «È una bestia, è sempre in competizione, sempre alla ricerca della Storia e non riesce a sopportare che il giornale per cui lavora possa essere secondo ad un altro, e questa è la sfida più grande per lui». La chiosa spetta a Spielberg e a Meryl Streep, che hanno parlato della situazione dei diritti delle donne: l’attrice si è detta «ottimista per un futuro migliore, visto il coraggio che tante donne stanno dimostrando in questo periodo e visto  che l’aria sembra stia cambiando davvero, non solo a Hollywood», mentre per il regista «non c’è ancora una risposta definitiva alla battaglia dei sessi. Per esempio, durante la Seconda guerra mondiale le donne ricoprivano ruoli di grande responsabilità mentre gli uomini erano sul campo di battaglia, ma poi sono tornate in cucina. Il problema, credo, sono gli uomini che ancora fanno fatica ad accettare delle figure femminili forti e spero che questo film possa essere di ispirazione alle donne».

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