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Un'apertura decisamente inusuale, quella del 69esimo Festival di Locarno. Nella magica cornice di Piazza Grande, una location da 8mila posti e uno schermo immenso, la manifestazione diretta da Carlo Chatrian parte da un blockbuster horror piuttosto atteso, The Girl With All the Giftscon un cast internazionale che comprende Glenn Close, Gemma Arterton e la giovanissima esordiente Sennia Nanua (queste ultime ospiti al Festival con Mike Carey, sceneggiatore e autore del libro da cui è tratto il film, diretto da Colm McCarthy).

In un futuro agghiacciante, la quasi totalità della razza umana è stata infettata e trasformata in zombie. Piccoli gruppi di sopravvissuti tentano una resistenza disperata in nome di una tenue speranza: trovare un vaccino grazie a una nuova generazione di malati, bambini affamati di carne umana eppure ancora in grado di provare emozioni e pensieri. La chiave sembra essere la piccola Melanie (Sennia Nanua), che si rivela guida preziosa nell'odissea che la vede protagonista insieme a una scienziata (Glenn Close), un'insegnante (Gemma Arterton) e un militare (Paddy Considine), in una Londra distrutta e popolata dai famelici inumani.

È davvero difficile dire qualcosa di nuovo nell'ambito del film di zombie, negli ultimi anni quanto mai inflazionato tra grande e piccolo schermo. Il britannico The Girl With All the Gifts, diretto da un regista, McCarthy, specializzato in serie tv, cerca spunti originali nella genesi dell'apocalisse (il virus è un fungo che contagia i cervelli umani con curiosi effetti su cui non entriamo nel dettaglio, per evitare spoiler), imbastendo un survival movie che assume i contorni di una favola nera e crudissima, densa di elementi interessanti quali il conflitto tra etica e scienza, la paura della diversità, la maternità, la (non) innocenza dell'infanzia. Idee che non bastano però a salvare la pellicola dalla più classica delle derive orrorifiche e sensazionalistiche.

Dopo una prima parte intrigante e claustrofobica che ci svela a poco a poco le dimensioni della tragedia ed evolve in un crescendo di tensione, il viaggio tra violenza e devastazione dei protagonisti assume i contorni del già visto e il film si trascina in una serie di cadute di stile che culminano in un finale francamente irritante. Peccato, perché The Girl With All the Gifts gioca male le sue carte e spreca le notevoli ambizioni, oltre che un cast in cui la rivelazione Nanua si dimostra una promessa per il futuro. Un racconto della fine del mondo che si fa forse nuovo inizio, di una degenerazione che può tramutarsi in ri-generazione, ma che si perde per strada e si limita a essere l'ennesimo tassello della lunga lista di opere post apocalittiche derivative e, nel complesso, insoddisfacenti.     

Voto: 2/4

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