Libri e cinema
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- Scritto da Andrea Chimento
- Categoria: Libri e cinema
- Pubblicato: 20 Gennaio 2012
«Mi sono svegliato dalla Malattia a quarantacinque anni, calmo e sano di mente, e in condizioni di salute ragionevolmente buone non fosse stato per il fegato debilitato e quell’aspetto di carne in prestito comune a chi è sopravvissuto alla Malattia… quasi nessuno ricorda il delirio nei dettagli. A quanto pare io ho preso appunti dettagliati sia sulla malattia che sul delirio. Non ho un ricordo preciso degli appunti presi e ora pubblicati con il titolo Pasto nudo».
Così William S. Burroughs apre la prefazione del suo romanzo più celebre, Naked Lunch, pubblicato nel 1959 da una piccola e coraggiosa casa editrice francese, la Olympia Press, con il titolo Le festin nu.
Il pubblico americano dovette attendere invece il 1962 per leggere il terzo romanzo (i precedenti erano La scimmia sulla schiena e Queer) del maestro della beat generation, guru di Jack Kerouac e Allen Ginsberg.
Leggi tutto: Adattando Naked Lunch, da Burroughs a Cronenberg
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- Scritto da Sara Barbieri
- Categoria: Libri e cinema
- Pubblicato: 20 Gennaio 2012
Inseparabili: ossessioni e solitudine del doppio
Eccoci arrivati al terzo appuntamento dedicato al regista David Cronenberg e alle sue trasposizioni cinematografiche; questa volta, oggetto dell’analisi è il film Inseparabili (Dead Ringers, 1988), tratto dal romanzo Twins (1977) di Barri Wood e Jack Geasland, a sua volta ispirato ad un caso di cronaca (nel 1975 i corpi dei gemelli Steven e Cyril Marcus, noti ginecologi newyorkesi, furono trovati decomposti ed avvinghiati in un appartamento dell’Upper East Side di Manhattan: i due si erano suicidati con una dose letale di barbiturici).
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- Scritto da Redazione
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- Pubblicato: 20 Gennaio 2012
Langelaan, Neumann, Cronenberg: genesi di un insetto
Diretto da David Cronenberg nel 1986, il film La Mosca nasconde in realtà una genesi interessante, che ben trasmette quel senso di trasformazione e cambiamento che sarà poi mostrato sullo schermo.
La base della storia viene offerta da un piccolo racconto (The Fly) scritto da Georg Langelaan nel 1957. Sia pure con una trama diversa e con uno sviluppo divergente rispetto al film di Cronenberg, il racconto fornisce già l’intuizione del corpo mutato a causa di una scienza che ha oltrepassato i limiti del legittimo.
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- Scritto da Sara Barbieri
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- Pubblicato: 20 Gennaio 2012
Stephen King
Appunti dalla zona morta
Scrivere e/o parlare di David Cronenberg non è impresa semplice. Da quando è stato riconosciuto come uno dei registi più originali e coerenti (dote rara) del cinema contemporaneo, l'artista canadese è stato definito in svariati modi, uno dei quali (senza dubbio il più ricorrente) è "profeta della Nuova Carne". Seppure riduttivo e abusato, il concetto aiuta a tirare le fila del cinema cronenberghiano, mettendo in luce i tratti principali della sua poetica: il terrore dell'uomo (nonché una morbosa fascinazione) di fronte alla mutazione del corpo, all'infezione, al contagio. A partire dai primi film cosiddetti "underground" (Il demone sotto la pelle, Rabid sete di sangue, Brood - La covata malefica), passando per rivelazioni assolute (Scanners, Videodrome), arriviamo al successo di critica e di pubblico con La zona morta (1983), dal romanzo omonimo di Stephen King del 1979. Pur avendo già trattato lo scrittore in relazione a Kubrick e a Shining, questo specifico caso di trasposizione, insieme ad altri (dello stesso regista) che sono seguiti, mi sembrano particolarmente interessanti, tanto da prospettare un ciclo dedicato agli adattamenti realizzati da Cronenberg per il cinema (oltre alla Zona morta, penso a La mosca, Inseparabili, Il pasto nudo e Crash).
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- Scritto da Sara Barbieri
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- Pubblicato: 20 Gennaio 2012
"Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973."
Susie Salmon è assassinata da un serial killer, suo vicino di casa, che la stupra, la fa a pezzi e nasconde i resti del cadavere in cantina. A narrare gli avvenimenti che seguono la sua morte è lei stessa, imprigionata in un limbo, una sorta di Paradiso personale: la ragazza assiste alla disperazione dei genitori e dei fratelli, incapaci di rassegnarsi alla sua scomparsa, e alla quotidianità dell'assassino, sfuggito alla giustizia e pronto ad uccidere di nuovo. La scrittrice statunitense Alice Sebold ci regala un romanzo coraggioso ed emotivamente coinvolgente: la decisione di attribuire a Susie il ruolo di voce narrante contribuisce ad avvolgere la storia in un'aura straniante, quasi onirica, e guida il lettore verso una partecipazione emotiva fortissima nei confronti della sfortunata protagonista.
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