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- Scritto da Sara Barbieri
- Categoria: Le nostre classifiche
- Pubblicato: 17 Ottobre 2017
Adattamenti per il grande schermo: un must per qualunque cinefilo che si rispetti, soprattutto se la materia di base da cui attingere riguarda Stephen King. La flessibilità del genere horror e la magistrale sapienza letteraria del Maestro del Brivido rendono il saccheggiamento dalle pagine del romanziere un'occasione ghiotta; a volte troppo ghiotta. Ed è così che nascono trasposizioni mediocri e trascurabili (nel migliore dei casi) così come veri e propri scempi che, nel tentativo di rendersi accattivanti, ottengono solo risultati catastrofici.
Quale occasione migliore dell'uscita di It, diretto da Andy Muschietti e in sala dal 19 ottobre (trovate qui la nostra recensione in anteprima), per riepilogare quei flop che hanno fatto rimpiangere il vero orrore “alla King”? A voi una top 5 (in)degna di nota.
1. Shining (1997):
No, non stiamo parlando del capolavoro di Stanley Kubrick (peraltro incomprensibilmente disprezzato dal poco generoso King), bensì dell'adattamento televisivo ad opera di Mick Garris. Un vero e proprio affronto a una delle opere più conosciute e celebrate (anche se non la migliore) dello scrittore del Maine, una trasposizione pedissequa e totalmente priva di guizzi. Che riesce a rendersi soltanto ridicola. Interpretazione scult del protagonista Steven Weber, penalizzato (anche e soprattutto) dall'inevitabile confronto con l'ingombrante predecessore Jack Nicholson.
2. Lo sguardo di Satana – Carrie (2013):
Il remake di Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) di Brian De Palma è una desolante testimonianza della pochezza di idee della macchina hollywoodiana, impegnata a sfornare prodotti privi di qualsiasi profondità. E le pagine del romanzo di King (il primo, che rischiò secondo la leggenda di bruciare per mano dello stesso sconsolato autore e fu salvato dalla moglie Tabitha) sono tra le più ipnotiche e raggelanti da lui mai create. Menzione (non certo d'onore) per la performance della protagonista Chloë Grace Moretz.
3. Cujo (1983):
“C'era una volta, ma non molto tempo fa, un mostro che arrivò a Castle Rock, nel Maine”. Il mostro in questione è Cujo, grosso San Bernardo che viene morso da un pipistrello e contrae la rabbia, trasformandosi in una macchina di morte; a pagarne il prezzo, una donna in crisi esistenziale e il suo figlioletto. Ciò che nelle pagine di King era un'ambigua e affascinante apologia sulle varie forme che può assumere il Male diventa, nelle mani del mestierante Lewis Teague, un esecrabile filmetto senza senso né coraggio. Imbarazzante.
4. Fenomeni paranormali incontrollabili (1984):
Dal romanzo L'incendiaria (1980), un film diretto da Mark L. Lester che ha il solo scopo di esaltare la piccola Drew Barrymore, ai tempi sulla cresta dell'onda grazie a E.T. – L'extra-terrestre (Steven Spielberg, 1982). Poco altro da rilevare, e questo la dice lunga sulla validità del progetto.
5. Christine – La macchina infernale (1983):
Non certo il peggiore tra gli adattamenti da King, ma è il nome del regista a rendere l'occasione sprecata. Da un autore come John Carpenter, il quale si limita a tradurre fedelmente parole in immagini, era lecito attendersi un'operazione ben più sentita e personale. Tristemente anonimo.
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