I classici
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- Scritto da Andrea Chimento
- Categoria: I classici
- Pubblicato: 19 Gennaio 2012
Oltre. Semplicemente. Cos’altro si pió scrivere oggi su2001: Odissea nello spazio? Era il 1968, la prima fu il 2 aprile a Washington D.C., quando la storia del cinema ebbe un sussulto.
Stanley Kubrick ce l’aveva fatta: l’opera totale, sinestetica, che sarebbe diventata la pellicola del secolo aveva fatto capolino sul grande schermo.
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- Scritto da Andrea Chimento
- Categoria: I classici
- Pubblicato: 19 Gennaio 2012
Fate silenzio, inizia il film.
Due luci si accendono, una pellicola scorre in un piccolo proiettore: in rapida successione si sovrappongono un pene (ricordate cosa diceva Tyler Durden?) e disegni animati; un ragno e un agnello sacrificale; immaginislapstick e chiodi che si piantano nelle mani di (?) Cristo.
Forse è la dimostrazione che, a più di 40 anni di distanza, le teorie Ejzensteniane sulla messa in pratica del montaggio delle attrazioni sono ancora valide, o forse Bergman ha voluto mostrare frammenti di contenuto che hanno caratterizzato la sua filmografia precedente: il sesso, la religione, il sacrificio, la passione per gli albori del cinema (come racconta nella sua autobiografia: La lanterna magica), il ragno-rappresentazione di Dio in "Come in uno specchio" e, per ultima, la neve che rimanda a Luci d'inverno e alla sua Svezia che non ha mai voluto lasciare.
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- Scritto da Camilla Maccaferri
- Categoria: I classici
- Pubblicato: 19 Gennaio 2012
Il mondo alla rovescia è un noto topos che fin dal Medioevo, come insegna Bachtin, ricorre in arte e letteratura, e ci restituisce una realtà totalmente alterata e contraria rispetto ai valori e ai costumi tradizionalmente accettati/accettabili. L'universo di Tim Burton può senza dubbio alcuno classificarsi come il mondo alla rovescia più oscuro e affascinante del cinema contemporaneo e fin dalle sue origini si può notare come il ribaltamento delle convenzioni sia questione assai urgente, quasi irrinunciabile per il regista-disegnatore di Burbank. Il suo primo mediometraggio, Frankenweenie, è del 1984, e tuttavia già contiene tutti quei topoi che ne costituiscono, consolidandosi in breve tempo, lo stile inconfondibile: l'ossessione per il mostruoso, l'immaginario gotico, fatto di silouhettes inquietanti e cimiteriali, ma soprattutto il mondo alla rovescia, per cui ciò che sembra buono e rispettabile è in realtà corrotto, come una mela che nasconda sotto la buccia lucida un brulicare di vermi, e ciò che sembra non conforme, o per meglio dire anti-conforme, sgraziato, socialmente inadatto contiene, a ben guardare, la vera essenza del bello, in senso morale soprattutto.
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