Festival Locarno 2012

magic-mike-la-locandina-italiana-del-film-246757“People who live in society have learnt how to see themselves, in mirrors, as they appear to their friends. I have no friends: is that why my flesh is so naked?” Così Sartre sembra parafrasare l’intera storia di Magic Mike, un film spettacolare e crudo grazie al quale Soderbergh sembra ritrovare una vena creativa del tutto affievolitasi negli ultimi anni.

Grande merito va senz’altro attribuito al bel soggetto firmato, insospettabilmente, dal palestratissimo attore-modello Channing Tatum, che, contrariamente al detto “tutto muscoli e niente cervello”, fa tesoro della sua giovanile esperienza come ballerino in uno strip-club per signore di Tampa, Florida per raccontare la storia di Mike, aitante trentenne che si divide fra il lavoro giornaliero in cantiere e quello serale di stripper all’Xquisite Strip Club. Superficiale e dedito a eccessi di ogni tipo, Mike è la star di punta del locale, il leader del gruppo testosteronico che ogni sera manda in visibilio signore e signorine di ogni età sotto la guida del rozzo ma paterno Dallas. L’incontro con il giovane sbandato Adam, in cerca di un’identità più che di un lavoro, porterà Mike a (s)vestire i panni inediti del fratello maggiore, introducendolo nella bizzarra famiglia di spogliarellisti e nel loro surreale mondo. Ma sarà Brooke, la seriosa e rigorosa sorella di Adam, a provocare un reale cambiamento in Mike, facendolo riflettere sulla vacuità della propria esistenza, basata sul guizzare di bicipiti e sul mercanteggio deprimente del proprio corpo.

 

 

La fisiologia dell’interpretazione: così si può riassumere Holy Motors, spiazzante opera ultima di Leos Carax, presentata in concorso al Festival di Cannes e riproposta nella “retrospettiva” completa che il Festival di Locarno gli sta dedicando.

Non è certamente un caso che il film si apra mostrando cronofotografie degli atleti di E.J. Marey, precursore della settima arte, proprio un fisiologo i cui principali fini scientifici consistevano nell’analisi organica e psicomotoria degli esseri viventi.

Se a Marey, negli anni ’80 dell’800, bastava mostrare, attraverso rapidi fotogrammi, i movimenti della mani di un essere umano, Carax decide di riprendere in qualche modo quegli studi trasportandoli al giorno d’oggi. Non più però sul semplice organismo umano, ma sull’attore e su tutto quello che da questa parola deriva. 

 

 

RubyA sei anni dal fortunatissimo esordio Little Miss Sunshine (vincitore, tra le altre cose, di due premi Oscar), torna la coppia registica Dayton-Faris, già sinonimo di commedia indie, con una nuova riflessione dolceamara sulla bizzarria dell'umanità contemporanea.

Calvin (Paul Dano, già co-protagonista del film precedente nel ruolo di un adolescente muto per scelta) è alle prese con la sindrome della pagina bianca: dopo aver firmato un romanzo che l'ha reso giovanissimo idolo letterario, non riesce più a creare, per il dispiacere del suo agente che lo assilla. Introverso, serioso e diffidente, timoroso che la gente gli si avvicini solo per beneficiare del suo successo riflesso, vive con il cane Scottie e intrattiene gli unici rapporti sociali con il più concreto fratello maggiore e con uno strampalato psicanalista.

Superato improvvisamente il blocco dello scrittore, Calvin dà vita a Ruby Sparks, suo modello femminile ideale e protagonista della sua seconda opera, tanto realistica da comparire, in carne ed ossa, nella vita del ragazzo, con conseguenze ovviamente avventurose. 

 

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