Festival di Cannes 2016

I daniel blake

Newcastle: Daniel Blake (Dave Johns) è un carpentiere sulla sessantina che a seguito di un infarto viene dichiarato dal suo medico non idoneo a lavorare. Non la pensano allo stesso modo i Servizi Sociali, contro cui l’uomo si trova costretto a combattere per vedersi riconosciuta l’indennità di malattia. Nel corso di questa sfiancante quanto avvilente battaglia i passi di Daniel si incrociano con quelli di Katie (Hayley Squires), giovane ragazza madre con due figli e senza un lavoro. Uno schermo nero, due voci fuori campo che discutono: da un lato una giovane assistente sanitaria, rigida e impostata, seccata nel sentirsi messa in discussione dalle repliche schiette e vivaci di Daniel, di cui conosciamo i problemi ancora prima del volto.

Possiamo dire che questo incipit racchiuda in sé tutto il significato più completo di I, Daniel Blake, il nuovo film di Ken Loach: l’estenuante lotta delle classi meno abbienti contro un apparato istituzionale sempre più meccanizzato e disumanizzato, incapace di tendere la mano a chi ne ha davvero bisogno e diritto perché votato alle regole ferree ed inviolabili della burocrazia.

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Giunge al termine il 69esimo Festival di Cannes. Dopo dieci giorni di cinema e glamour, applausi e fischi, ecco il verdetto della giuria guidata da George Miller e formata da Valeria Golino, Arnaud Desplechin, Kirsten Dunst, Mads Mikkelsen, László Nemes, Vanessa Paradis, Katayoon Shahabi e Donald Sutherland. Grande sorpresa per la Palma d'Oro a Ken Loach, che esattamente dieci anni fa conquistava lo stesso riconoscimento per Il vento che accarezza l'erba. Premiati anche Xavier Dolan, Asghar Farhadi, Andrea Arnold, con il classico ex aequo tra Mungiu e Assayas per la regia. Di seguito, tutti i premi.

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Ci sono film capaci di conquistarti fin dalla prima ripresa, lasciandoti completamente stordito anche ore dopo la proiezione. Uno di questi momenti c’è stato a Cannes, di preciso alla Quinzaine des Réalisateurs, quando è passato sugli schermi Neruda di Pablo Larraín. Lasciandosi velocemente alle spalle le futili polemiche sul motivo per cui una pellicola di tale caratura non abbia meritato la selezione del festival, bisogna prendere fin da subito coscienza che siamo di fronte a un giovane gigante, e non si sta parlando di quello portato qui da Spielberg, bensì del cineasta cileno che, dopo aver incantato con Il club, torna a brillare di luce propria.

 

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«La vita è una commedia scritta da un commediografo molto sadico.»

Con questa citazione dovrebbe cominciare una recensione di Café Society, ultima fatica firmata Woody Allen che ha aperto il Festival di Cannes 2016. Il motivo è molto semplice: il film è un grazioso excursus sociologico-sentimentale ambientato nei trasognanti anni ’30, capace di raccontare gli scherzi del destino attraverso una commedia garbata e puntuale. Allen torna sulla Croisette a un anno di distanza da Irrational Man e lo fa accompagnato da un cast di star: oltre all’alter ego Jesse Eisenberg, nella pellicola ci sono Kristen Stewart, Blake Lively e Steve Carell.

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Ecco il programma della 69ª edizione del Festival di Cannes 2016, che si terrà sulla Croisette dall'11 al 22 maggio. Ad aprire la kermesse sarà Woody Allen con il suo Café Society, Fuori concorso. Nessun italiano nella selezione ufficiale, che conta tantissimi nomi interessanti, dal ritorno di Nicolas Winding Refn, Jim Jarmusch e Pedro Almodovar ai soliti habitué cannensi come Dolan, Loach e i fratelli Dardenne. 

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