captivesposter CAPTIVES di Atom Egoyan

Dopo la sua ultima fatica, Devil's Knot, risalente solo ad un anno fa ma presente sui nostri schermi proprio in questi giorni, il regista canadese Atom Egoyan presenta in concorso a Cannes l'ultimo suo lavoro, Captives. La pellicola insiste su trame dal carattere triste e su personaggi portati alla deriva dalla vita, ma, proprio come il penultimo lavoro di Egoyan, anche Captives risulta un'opera superficiale e poco riuscita. Seppur il film parta bene, con una sequenza che connota subito il cattivo di turno intento a spiare le sue prede (il tema del guardone sarà una costante della pellicola), Captives inizia presto a stancare, senza divertire sul piano della narrazione (ennesimo poliziesco basato su una sparizione che metterà in crisi il rapporto dei coniugi protagonisti e il conseguente tentativo di lui di cercare la verità da solo, senza contare sulla polizia) e senza colpire su quello emotivo, non potendo contare nemmeno su un cast che appare piuttosto fuori parte (Ryan Reynolds meglio della collega Rosario Dawson). Riuscita l'ambientazione, in un paese poco abitato e completamente innevato che ricorda la Fargo dei Coen ma per lasciare il segno ci vuole altro.

 

Voto: 1,5/4

 

 

 

DRAGONTRAINER 2, di Dean Deblois

Dopo il fortunato primo episodio di quella che sarà una trilogia, viene presentato fuori concorso il secondo capitolo di Dragontrainer. Sembra che nemmeno questo lavoro, però, riesca a vincere la sfida della maledizione che da qualche anno a questa parte ha colpito le saghe animate. Infatti, proprio come L'Era Glaciale, Rio, e altri, anche Dragontrainer 2 sembra un film nato apposta per sfruttare il successo economico del primo, originale e più riuscito, film. Ma, come se non bastasse, questo lavoro mette ancora di più in risalto la crisi creativa degli sceneggiatori che, proprio come nei film appena citati, cercano di condire i sequel con gli stessi elementi di sempre. Ecco allora che le vicende familiari del protagonista si complicano celando dei segreti, ed ecco spuntare da nulla nuovi draghi di cui nessuno aveva conoscenza. Una grafica molto curata ed una parte finale comunque riuscita (soprattutto nel suo lato più cupo e triste) non riescono a salvare un film che per più di un'ora risulta prolisso e privo d'inventiva, in cui le uniche sequenze mozzafiato risultano essere le lunghe corse in groppa ai draghi. Ma per questo tipo di spettacolo esistono i parchi di divertimento.

Voto: 2/4

 

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