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- Scritto da Matteo Soi
- Pubblicato: 29 Aprile 2022
- Creato: 28 Aprile 2022
Impossibilitato a guadagnare abbastanza per sfamare la sua famiglia, Oskar decide di trasferirsi a Manila e provare a trovare un lavoro nella grande città. Nonostante le prime difficoltà viene assunto come autista di un portavalori e stringe un buon rapporto di amicizia con il suo collega più anziano. Ma in una metropoli anche l’amicizia può avere un costo molto alto.
Prima che il racconto di un uomo disperato, Metro Manila (produzione inglese/filippina del 2013 visto al Far East Film Festival) è la rappresentazione livida e implacabile di una grande città dove la disparità tra chi è ricco e chi è povero è nettissima. Non esiste una zona grigia nel mezzo perché se hai i soldi o se non li hai, non ha importanza che tu sia onesto o criminale, ti troverai comunque in una delle due parti della barricata.
“Se sai di morire impiccato, non affogherai mai”, questo il proverbio con il quale il film si apre quasi a sottolineare che da un destino crudele per noi preordinato non possiamo liberarci per quanto ci si possa provare. Nel seguire Oskar anche noi spettatori diventiamo testimoni di come ogni barlume di speranza venga fagocitato da una città tentacolare capace di portarti via quasi tutto, fede e umanità compresa.
Su queste basi Sean Ellis, regista e sceneggiatore, confeziona una pellicola che si apre come un dramma familiare ma affonda poi nei territori del thriller teso ed implacabile, definendo Metro Manila come un gioiello assolutamente da recuperare.
Voto: 3/4
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