Dal fumetto al grande schermo: storia dei supereroi al cinema
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- Scritto da Lorenzo Bianchi
- Pubblicato: 31 Maggio 2013
- Creato: 31 Maggio 2013
Ormai bisogna farci i conti, è inutile negarlo o pensare che siano solo episodi passeggeri: i supereroi al cinema sono diventati un genere a sé stante, rischioso (chiedete ai fan di Spiderman e Batman dopo che hanno avuto a che fare con Mark Webb e Joel Schumacher), ma anche affascinante, che nel tempo ha saputo regalare anche dei capolavori. Per trovare il primo film sui supereroi bisogna tornare al 1978 (il Batman con Adam West, del 1966, è infatti più considerabile come una sintesi della serie tv, più che un vero e proprio film), quando Richard Donner portò sul grande schermo il primo Superman – che vedeva Gene Hackman nel ruolo di Lex Luthor e Christopher Reeve nei panni di Clark Kent – cui poi seguirono Superman II (1980) e Superman III (1983). Il supereroe, creato nel 1938 da Jerry Siegel e Joe Schuster per la DC Comics, ha da sempre il pregio/difetto della perfezione, una sorta di patina buonista e impeccabile che, se da un lato desta ammirazione, dall’altro rende difficile qualsiasi tipo di immedesimazione. Il primo film, comunque resta di ottima fattura, con effetti speciali premiati con un Oscar e grazie anche a una colonna sonora inconfondibile, creata dal grandissimo John Williams, il celeberrimo compositore dei film di Steven Spielberg.
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IL CALENDARIO DI GIUGNO 2013
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- Scritto da Redazione
- Pubblicato: 01 Giugno 2013
- Creato: 01 Giugno 2013
Primavera deludente quella del 2013, per quanto riguarda i dati degli spettatori al cinema: il pubblico continua a disertare le sale, a dispetto dei capricci del meteo, che non hanno certo agevolato i weekend fuori porta, e di una programmazione mediamente interessante, che si mantiene tale anche per il mese di giugno. In attesa della mortifera stagione estiva, arrivano infatti due blockbuster che definire attesi è poco: Into Darkness: Star Trek e L'Uomo d'Acciaio. Al timone del nuovo capitolo dell'immortale saga di Gene Roddenberry (resettata nel 2009 con il fortunato reboot di cui questo è il sequel), troviamo di nuovo J.J. Abrams, mentre Superman tornerà a volare sul grande schermo con la regia di Zack Snyder e la produzione di Christopher Nolan.
Ma il film di giugno più atteso dai noi cinéphiles puri e duri è il folle e visionario Holy Motors, opera ultima del francese Leos Carax, che dopo aver infiammato i Festival di Cannes, Locarno e Torino nel 2012, arriva finalmente nelle nostre sale il 6 giugno. Un’opera inclassificabile, destinata a dividere ma assolutamente imperdibile.
Tra le novità più succose, anche il primo film americano del grande Park Chan-wook (Stoker), il nuovo horror di Federico Zampaglione (Tulpa) e una delle perle dell'ultima Mostra di Venezia (La quinta stagione). E poi, una serie interminabile di eventi speciali: riappariranno eccezionalmente sul grande schermo il capolavoro horror L'esorcista di William Friedkin e tre intramontabili classici Disney (Gli Aristogatti, Il libro della giungla e Le avventure di Peter Pan; ma non dimentichiamo Monsters & Co, riproposto in 3D). Ecco l'elenco di tutte le uscite del mese.
UP o la conquista dello spazio
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- Scritto da Alessandra Mallamo
- Pubblicato: 10 Maggio 2013
- Creato: 10 Maggio 2013
"Visibilità? Illimitata”
Ellie in Up
“Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni”
A. Einstein
Verrebbe da chiedersi che cosa vedono Carl ed Ellie bambini quando scrutano l’orizzonte a occhi stretti dalla finestra della loro casa-dirigibile. Prendendo proditoriamente in considerazione il punto di vista di un personaggio digitale, è lecito pensare che il suo sguardo finisca per infrangersi sulla superficie liscia e cristallina dell’immagine, senza poter superare il rettangolo in cui ogni forma cinematografica è incastonata: il campo.
Al contrario, alla base di ogni logica visuale del cinema “dal vero” bisogna ammettere l’esistenza di un fuoricampo che ne definisca i limiti concettuali prima ancora che spaziali. L’assenza di fuoricampo sembra essere una delle caratteristiche proprie del cinema d’animazione. Almeno fino a ora.
Up (USA, 2009) di Pete Docter è uno dei capolavori della Pixar che genera un nuovo pensiero dell’immagine digitale. Il film è capace di donare all’animazione l’incanto del fuoricampo attraverso un costante lavorio di svuotamento del campo stesso, che, con intensità crescente, si porta in alto sino alla sua metaforica cancellazione.
VEDO PAPERINO CROCIFISSO AI CONFINI DELL'UNIVERSO
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- Scritto da Andrea Bruni
- Pubblicato: 04 Maggio 2013
- Creato: 04 Maggio 2013
“Quella carogna dalle ali spiegate era la carogna d’un Dio; senza aureola, senza nimbo, semplicemente cinto da quella grottesca corona arruffata, impreziosita solo da stille di sangue, Gesù appariva nella sua celeste Superessenza, tra la Vergine schiantata, ebbra di pianto, e il San Giovanni i cui occhi calcinati non riuscivano più a effondere lacrime” (Joris-Karl Huysmans da “Nell’Abisso”)
“Roman Polanski- Devi assolutamente tornare a Disneyland!”; Federico Fellini- Cosa c’è di nuovo?; Roman Polanski- Dei pirati, mi pare…Ci sono andato tre o quattro volte, ma ero troppo sballato per ricordarmi qualcosa…” (da “Ciao, Federico!” di Gideon Bachman)
Stigma Diaboli
E Dio, annoiandosi, da un costola di tungsteno, creò i fratelli Lumière che, dietro sue indicazioni, inventarono il Cinema. Ma Dio non si aspettava di annoiarsi ulteriormente nel vedere treni in stazioni ed operai all’uscita dalla fabbrica.Quindi, non senza rimorsi, Dio telefonò a Lucifero, ci cui, manco al suo psicanalista, confidava l'invidia l’esibita Bellezza. E Dio disse: “Mi sto annoiando”. Lucifero sputò un ossicino, rise, e disse: “Anche io. Ma ho delle idee”. Dio replicò: “Di te non mi fido, ma ascolto, senza proferir parola”. E Lucifero disse: “Non ti tedierò più di tanto: ma prima devo chiederti di inventarmi almeno un paio di teste di rotolanti, una nave spaziale e la cartapesta”, e Dio disse: “Consideralo fatto. Ma di te continuo a non fidarmi”. E Lucifero rispose: “Io ti dico solo due parole: Georges Méliès. Ma poi a regnare sarà il Caos.” E Dio chiuse la telefonata dicendo: “Io non ne so niente. E spero che il tuo telefono non sia intercettato”.
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IL CECCHINO di Michele Placido (2012)
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- Scritto da Davide Dubinelli
- Pubblicato: 03 Maggio 2013
- Creato: 03 Maggio 2013
A metà strada tra polar francese e poliziesco metropolitano all’americana, l’ultima pellicola diretta da Michele Placido si inserisce in un genere affrontato di rado nel cinema italiano, da sempre privo di una marcata tradizione noir. Ma più che un coraggioso tentativo di sondare territori cinematografici fino ad ora inesplorati dalle produzioni nostrane, sembra più un’operazione costruita ad hoc per cavalcare la moda dei più recenti blockbuster a metà tra azione e (presunta) introspezione psicologica.
Durante un’imponente operazione di polizia condotta nel centro di Parigi dal commissario Mattei (Daniel Auteuil), allo scopo di arrestare una potente gang criminale, un cecchino (Mathieu Kassovitz) inizia a fare fuoco sugli agenti, agevolando la fuga dei malavitosi, con cui si era precedentemente accordato. Tradito dai suoi soci, rintracciato e arrestato, il cecchino dovrà accettare la proposta dell’ostinato capo della polizia Mattei, disposto a tutto pur di catturare i pericolosi latitanti…
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