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- Scritto da Simone Soranna
- Pubblicato: 08 Aprile 2014
- Creato: 07 Aprile 2014
Prosegue il nostro resoconto sul Future Film Festival di Bologna, dedicato al cinema di animazione e alle nuove tecnologie. Stavolta vi parliamo di due importanti eventi fuori concorso, entrambi in anteprima italiana: Rio 2 di Carlos Saldanha, pellicola prodotta da Blue Sky (creatori di L'era glaciale) e l'argentino Goool! di Juan Josè Campanella.
RIO 2 di Carlos Saldanha (2014)
Dopo 3 anni di distanza dal primo episodio, ecco che il regista Carlos Saldanha decide di riprendere i suoi pennuti personaggi per calarli in altre avventure.
Rio 2 si presenta come un film obiettivamente inattaccabile, capace di un buon ritmo, di una caratterizzazione semplice ma efficace dei suoi protagonisti, con una scrittura solida che porta avanti l’azione in modo ben congeniato, divertente e ricco di elementi che faranno impazzire il pubblico più giovane a cui il film è mirato (ad esempio la scena della partita di calcio, i balletti hip-hop, la gloriosa battaglia finale ecc.).
Il regista impacchetta il tutto alla perfezione e probabilmente sotto commissione, senza rischiare minimamente e portando il lavoro su spiagge sicure. Ecco dunque che ci troviamo nuovamente di fronte ad un padre premuroso, sicuro e contento della vita che conduce nel proprio recinto e che si trova in difficolta quando la sua intera famiglia inizierà ad amare di più la novità che incombe con l’allargamento di vedute e il contatto con un mondo sconosciuto. Non solo non si tratta di nulla di nuovo, ma si tratta di qualcosa che (soprattutto nel cinema d’animazione) abbiamo visto fin troppe volte. Un film piacevole, ma nulla di più.
Voto: 2/4
GOOOL! di Juan Josè Campanella (2013)
Dopo aver diretto diversi film live action, l’ultimo dei quali, Il Segreto Dei Suoi Occhi, si è aggiudicato l’Oscar come miglior film straniero, Juan Josè Campanella si cimenta nel cinema d’animazione con una pellicola frizzante e divertente, capace di intrattenere i più piccoli tra gli spettatori senza però evitare di lanciare qualche frecciatina al pubblico più adulto.
Nato e cresciuto in Argentina, dove il calcio è venerato da tutti, Campanella decide di ambientare la sua storia proprio in questo mondo, con una classica rivalità tra un povero barista di provincia e un gradasso fuoriclasse ricco e famoso. Seguendo le classiche regole di scrittura per un prodotto d’animazione, alla fine della vicenda tutti i personaggi matureranno una coscienza maggiore e ristabiliranno l’ordine, ma è nella cura dei piccoli dettagli che il film riesce a dare il meglio di sé.
La vicenda risulta forse un po’ troppo prolissa e sfilacciata soprattutto nella parte centrale, ma l’idea di dare vita alle statuette del calcetto balilla si rivela ottima sia per la gestione della vena più comica (ogni “calciatorino” è connotato come i fuoriclasse che tutti ricordiamo, tra vizi e difetti) che per l’originalità della scelta. Lieto fine e morale sono garantiti per i più piccoli, ma non solo. Campanella è prima di tutto uno sportivo ed un tifoso, dunque non si risparmia nel condannare il mondo del calcio, spesso abitato da persone senza scrupoli, che pensano solo al denaro e che vede come protagonisti dei ragazzi pieni di talento ma vuoti umanamente.
Voto: 2,5/4
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