Locarno 2018
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- Scritto da Valeria Morini
BLUE MY MIND di Lisa Brühlmann
Da Locarno 71, colpisce particolarmente la sensibile opera prima della svizzera Lisa Brühlmann, collocata nella sezione Panorama Suisse dedicata al meglio del cinema elvetico. Blue My Mind si presenta, almeno apparentemente, come un classico teen drama sulle difficoltà di un'adolescente. La sedicenne Mia (Luna Wedler), costretta a trasferirsi in una nuova città per seguire i genitori, cerca di ambientarsi frequentando un gruppo di bad girls guidato dalla disinibita Gianna (Zoë Pastelle Holthuizen), ma deve soprattutto fare i conti con un corpo che sta cambiando, in modo inquietante. Esplicito e talvolta duro nel raccontare il delicato percorso di un'età difficile, tra scoperta della sessualità e impulsi di ribellione generazionale, il film della Brühlmann ha il pregio di distinguersi nel marasma di fiction dedicata a un tema inflazionatissimo scoprendosi a poco a poco un fantasy dalle tinte quasi horror, con un colpo di scena finale tra allegoria e poesia. Ottimo il cast, con una protagonista magnetica e bravissima.
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- Scritto da Valeria Morini
GANGBYUN HOTEL di Hong Sangsoo
Tra i film del Concorso Internazionale, abbiamo visto a Locarno la nuova pellicola del regista sudcoreano Hong Sangsoo, che nel festival elvetico ha già conquistato il Pardo d'Oro con Right Now, Wrong Then nel 2015 e il premio come miglior regia per Our Sunhi nel 2013. Gangbyun Hotel (letteralmente, "l'albergo presso il fiume"), calato in un latteo bianconero perfetto per raccontare un inverno dell'anima, parla di un anziano poeta rifugiatosi in un hotel che, curiosità tutt'altro casuale, si chiama Heimat. Conscio che la morte sta arrivando, chiama a sè i due figli da cui si è staccato dopo la separaziona dalla moglie, per trascorrere del tempo con loro; le loro storie si incrociano con quelle di una ragazza ospite del medesimo albergo, ferita a una mano dall'ex compagno, e dell'amica che è accorsa da lei per starle vicino.
Leggi tutto: Locarno 2018: GANGBYUN HOTEL e HATZLILA, le recensioni
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